Retromarcia senza freni!

Retromarcia senza freni!

Stanotte sono tornato a sognare, ero nella mia auto, con Ross di fianco, a Napoli, non funzionavano i freni, e il motore dell’auto pareva assente, la città completamente in discesa, ragion per cui potevo solo in retromarcia evitare collisioni e impattare con qualcosa o qualcuno (ma non si è impattato in nulla).
Sognare di andare in macchina in retromarcia esprimerebbe confusione riguardo importanti decisioni di vita. Grandi opportunità fuori portata nel nome di una situazione spinosa da superare.
Bisogna porre le carte sul tavolo, analizzare ciò che succede e cambiare modi di affrontare le cose.
Serve difendersi dalle critiche costruttive e ignorare le provocazioni.
Evitare di litigare con la famiglia.

 

Michelangelo Pistoletto. la Mela reintegrata in Piazza Duca d’Aosta a Milano

Ecco la mela reintegrata del maestro Michelangelo Pistoletto opera sublime di vitale importanza per una città, una metropoli, una nazione europea come l’Italia. Sfido chiunque a bruciare questa divinità simbolo emblematico dell’arte Povera,  ecco cosa dice il maestro :“Il simbolo della mela attraversa tutta la Storia che abbiamo alle spalle, partendo dal morso, che rappresenta il distacco del genere umano dalla Natura e l’origine del mondo artificiale. La Mela Reintegrata rappresenta l’entrata in una nuova Era, nella quale mondo artificiale e mondo naturale si ricongiungono generando nella società un equilibrio esteso a dimensione planetaria.
Il simbolo della Mela Reintegrata rappresenta la ricomposizione degli elementi opposti: natura e artificio. La mela significa natura; il morso della mela significa artificio, così come lo vediamo utilizzato in un marchio di computer mondialmente diffuso posto ad emblema della tecnologia che sostituisce integralmente la natura. Con la Mela Reintegrata l’artificio assume il compito di ricucire la parte asportata dal morso e ricongiungere l’umanità alla natura, anziché continuare ad allontanarla da essa.”

(Michelangelo Pistoletto)

Photo copyright by Robert Scala discendente scaligero 2023

 

Diego Marcon alla Fondazione Trussardi di Milano

Fondazione Trussardi dedica all’artista classe ’85 di Busto Arsizio Diego Marcon e che sviluppa, in un percorso strutturato nei piccoli ambienti, le proiezioni di alcuni dei suoi più celebri video art performance.  La mostra curata da Massimiliano Gioni direttore della Fondazione Trussardi di Milano .

Il Teatro Gerolamo. A pochi passi dal Duomo e definito dai meneghini “la piccola Scala”, è un edifico dalla storia travagliata; ideato nel 1868 dall’ingegnere Paolo Ambrosini Spinella, e realizzato in pochi anni coi materiali di risulta dalla stessa impresa edile che innalzò Galleria Vittorio Emanuele II, fu destinato a essere luogo di intrattenimento dedicato alle marionette. Si susseguirono infatti, dal 1911 al 1983, data della sua chiusura, alcune compagnie di spettacolo che lo gestirono con alterne fortune o veri successi, ma è stato poi grazie all’intervento della proprietà, la Società Sanitaria Ceschina, che dopo 34 anni è tornato al suo antico splendore.

Photo di Roberto Scala freelance

Roberto Scala realizza opere a strappo dal 1996 al 2022 tra Londra e Milano

Tra gli artisti più influenti del ‘900, spicca senza dubbio Mimmo Rotella che ha saputo trasformare questo gesto in un’autentica arte. Prima Napoli e Roma, poi Parigi e l’arrivo negli Stati Uniti: è stata proprio la borsa di studio ottenuta dalla Fullbright Foundation a consentirgli di trasferirsi negli Stati Uniti per frequentare l’Università di Kansas City. L’incontro con artisti di fama internazionale come Pollock e Rauschenberg ha ispirato il suo modo di intendere l’arte e la realtà che lo circondava, spingendolo poi a fare il grande salto. La tecnica artistica più nota di Mimmo Rotella, il famoso “Dècollage”, è stata sperimentata per la prima volta proprio dopo il rientro in Italia, consacrandolo come artista del taglia e incolla.

Mentre la mia opera oltre ad essere una rivisitazione in stile contemporaneo aggiunge oggetti rivisitati nel tempo incollati oppure montati all’interno di ogni lavoro, come una vera micro incisione chirurgica.

Artist Roberto Scala

Roberto Scala Riccione Beach solo show

Riccione on the Beach fotografia digitale.

L’interesse principale del mio lavoro è orientato sulla creazione di processi di studio e raccolta di documentazioni, che, attraverso un operazione di stratificazione e assemblaggio, rivelano delle potenzialità accidentali e impreviste partecipando attivamente alla formazione di una circostanza di percorsi di ricerca che prescindono dal pensiero ispiratore originario.
Durante questo processo di ridefinizione, il costante movimento tra l’accumulazione intuitiva dei materiali di studio e la loro riconfigurazione interna tramite l’atto intuitivo, si condensa mediante strutture narrative che fungono da base e principio per lo sviluppo delle opere, dove, collage,  disegni, oggetti di archivio, installazioni vengono analizzati in muto dialogo, diventando veicolo di molteplici riferimenti e interpretazioni.

Testo di Double Park

Riccione on the Beach digital photography. The main interest of my work is oriented towards the creation of study processes and documentation collection, which, through an operation of stratification and assembly, reveal accidental and unexpected potential by actively participating in the formation of a circumstance of research paths that disregard the original inspiring thought. During this redefinition process, the constant movement between the intuitive accumulation of study materials and their internal reconfiguration through the intuitive act, is condensed through narrative structures that act as a basis and principle for the development of the works, where collages, drawings, archive objects, installations are analyzed in silent dialogue, becoming a vehicle for multiple references and interpretations. Text by Double Park

Il bambino che c’è in me!

Il bambino che c’è in me!

Cosa ho sognato l’altra notte in nave?
Che il figlio della Dea fosse stato colpito da schiaffi d’uomini adulti in nave, e che resomi conto dell’accaduto chiedevo interventi per salvarlo, come chiamare l’infermeria.
Stanotte invece, ho sognato d’essere a Cagliari, una specie d’uscita in comune, dove c’era qualcuno, che corteggiava la Dea, barba incolta e camicetta bianca, c’era qualche motocicletta, e una figura del mio passato recente che sento, in termini archertipi, avermi allontanato da me in termini spirituali.
Cosa vuole dire questo?
Il bambino in pericolo è un simbolo che può essere interpretato come parte di me, in un momento nel quale probabilmente mi sento debole e vulnerabile, ma è anche un monito verso un approccio maggiormente maturo alla vita, il bisogno di andare avanti e migliorare certi aspetti della nostra vita.
Sognare un archetipo di relazione fallito, gravato dai ricordi del passato è sete di cambiamenti positivi, segreti o palesi.
Sospettare di un corteggiatore indicherebbe invece la mia forte impulsività.
La moto è simbolo di virilità e libertà , nei sogni può associarsi al piacere sessuale , inoltre potrebbe rappresentare il bisogno di esprimere se stessi prendendo controllo della propria vita e delle responsabilità che la vita ci mette davanti.

Bruciata la Venere di plastica in piazza!

Bruciata la Venere di plastica in piazza!

Ammonio: “Quando arrivai a Napoli scesi a terra, lì c’era il rosso e capii d’essere finito nelle mani del maligno.”

Il Rosso: “Solo a Napoli tornai in qualche misura a sentirmi a mio agio, e lì incontrai anche quest’uomo di Dio, ridotto come un pezzente”.

Jung, “Il libro rosso”.

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L’artista vero è immortale, questo nel nome che a oggi, la scienza non ha trovato alcun rimedio efficace contro la morte, l’arte parrebbe di si, lo sa bene Prassitele con la sua Afrodite pudica o Venere che si fa il bagno nelle sue innumerevoli riproduzioni, anche da giardino, che sono quelle che Michelangelo Pistoletto utilizzava per la sua Venere degli stracci, facendoci riflettere su come nel 1968, si fosse assuefatti a qualsiasi cosa, nel nome di questo lo stesso artista, nel 2023, complice una visione culturale e politica d’arte imposta al pubblico (public art?), lo stesso artista ha ben pensato, senza un vero progetto inedito calibrato per Piazza Municipio, nel nome del valore del vile denaro, di potersi imporre a una Piazza non completamente ancora assuefatta.
La Napoli dell’arte contemporanea, non è soltanto Jorit che prolifera in ogni dove o Pistoletto che ricicla la sua Venere degli stracci in macro, ma è anche valore critico che non si straccia i capelli per un’opera in plastica arsa in una modalità che pare programmata proprio per imporne il valore:
Scrivo questo perché la forza dell’arte è velenosa, la forma produce un’immagine che sopravvive anche senza l’artista, e diciamola tutta, senza il rogo, quanto sarebbe stato complicato per questa riproduzione trash e decontestualizzata di un lavoro post datato, vendersi come qualcosa di storico?
Non c’è stata azione creativa come nell’originale del 1968, non c’è stata forza e neanche sostanza, al punto da fare apparire l’incendio come qualcosa determinato da forze occulte e maghi e prestigiatori da operetta.
La parola sui media di massa diventa gestione di mercato, Michelangelo Pistoletto dichiara d’avere vissuto il rogo come un femminicidio, attestando che l’artista non sa più ribellarsi alla caricatura del sé funzionale al circo della quotazione del suo mercato, rappresentando un ruolo sociale accecato e individuale che sa esistere in superficie soltanto nel presente, come se il linguaggio dell’arte valesse uno scatto su Instagram, trattando brutalmente il proprio passato senza prendersi cura dei morti.

La storia dell’arte diventa perdere la dignità purché ci sia visibilità e si venga pagati, nessun guardarsi indietro e dentro.
Hanno bruciato la Venere in plastica sommersa da finti stracci tirati su una struttura telaio?
Una causa effetto di un’operazione politica imposta alla piazza, che non fa altro che incrementarne la popolarità e la quotazione ricapitalizzando un intervento costato al Comune di Napoli 168360 mila euro, lo spettacolo del rogo vale il prezzo del biglietto, da quelle ceneri come una fenice, potrebbe nascere una idea d’Alta Formazione Artistica, che sappia porre in essere il valore critico, iconico, iconoclastico e icastico dell’arte, magari un giorno una Venere degli stracci sarà arsa a Cagliari per celebrare la nascita di una pubblica Alta Formazione Artistica, che in quel sud d’isola, ancora non è mai nata.

Roberto Scala with Jake Chapman

Nel 2022 si è maturata la collaborazione con il noto artista Jake Chapman della British young Arts UK, realizzando sotto le dovute istruzioni questo eccellente Diorama dal titolo Hill souvenir by Signed Robert Scala

Solo show Garage gallery Scala i. Milano Italy

Michelangelo Pistoletto hanno incendiato la Venere degli stracci a Napoli

Il grande danno e dell’arte contemporanea hanno commesso un atto vandalico che va punito le fiamme hanno sciolto la statua posizionata a piazza Municipio lo scorso 28 giugno 2023, nell’ambito del programma del Comune «Napoli Contemporanea», riducendo in cenere gli indumenti vecchi che la «adornavano». Per domare il rogo, sulla cui origine si indaga, sono intervenuti vigili del fuoco. ,L’artista stesso è scosso: quanto accaduto «riflette situazione drammatica nostro tempo», dichiara. Si risponde a qualsiasi proposta di bellezza e pace con fuoco e guerra. Una vera vergogna per la città di Napoli per il turismo, un vero presagio che potrebbe far eruttare il Vesuvio di Napoli.

Speriamo che sia assicurata da fare pagare così i danni ai colpevoli.

Luce calda!

Luce calda!

Ero nel sogno con il figlio della Dea, che a un certo punto mi dice:
“Mimmo, ti devo dire una cosa, ma non dire che te l’ho detto, prima del tuo arrivo, io e Mamma uscivamo con un amico di Mamma, era innamorato di lei, poi quando sei arrivato tu, è scomparso, non facendosi più vedere, ma Mamma è preoccupata per lui, perché sta male di salute”.
Poi ci ritroviamo in un luogo caldissimo, siamo in comitiva, riconosco un collega dello scorso anno, cerchiamo e ammiriamo qualcosa in uno scenario archeologico pieno di luce.
Un bambino simula di baciarmi, ma senza malizia, in maniera mimetica, quasi esplorativa, perentorio gli dico: che cazzo stai facendo?
Riprendendolo dinanzi a tutti.
Proseguo con un sermone, s’avvicina a me una donna bionda, occhi chiari, vestitino estivo blu, mi dice:
“Mimmo hai fatto bene a inalberarti, ma non devi esagerare, è normale, mia figlia con me ha fatto lo stesso a trentadue anni.
Nel sogno c’era anche la figlia, ma era una bambina”.
Tento di focalizzare gli archetipi nodali:
– La jeep indicherebbe che i desideri sono diversi dalla realtà.
– Il bacio del bambino, focalizzerebbe la possibilità di perdita d’autonomia e un principio di manipolazione, c’è in corso una battaglia d’affrontare con lavoro e dedizione, serve dolcezza e disposizione d’animo.