Francesco Clemente (1952, Napoli), salito alla ribalta alla fine degli anni Settanta, ha consolidato la sua reputazione internazionale con la partecipazione alla 39a edizione della Biennale di Venezia (1980). Nella sua pratica artistica Clemente ricerca narrazioni e immagini alternative della contemporaneità, trovando rifugio creativo nelle ideologie filosofiche, spirituali ed estetiche dell’Oriente. Prima di stabilirsi e aprire un proprio studio a New York nel 1980, Clemente ha vissuto per dieci anni in India, dove ha studiato sanscrito e letteratura indù e buddista, formandosi nella biblioteca della Società Teosofica di Chennai (già Madras). A New York Clemente ha avuto modo di collaborare con poeti come Allen Ginsberg e Robert Creeley e con artisti come Andy Warhol e Jean-Michel Basquiat. Nel 2002 è stato accolto all’American Academy of Arts and Letters.Photo by Roberto Scala freelance comunication
18° Biennale internazionale di Architettura di Venezia 2023
Si apre al pubblico dal 20 maggio fino al 26 novembre 2023 la 18° Biennale di Architettura di Venezia dal titolo The Laboratory of the Future, curata da Lesley Lokko, si coglie anche in fenomeni migratori naturali.
Al futuro dunque si guarda, possibilmente un futuro prossimo, immaginato ma soprattutto progettato intorno a due termini chiave: decolonizzazione e decarbonizzazione. Lesly Lokko è la prima donna afroamericana insignita del ruolo di curatrice della Biennale di Venezia, e l’Africa non può che essere il perno centrale intorno al quale costruire la mostra. Africa come continente ricco di risorse, di gioventù, di bellezza, ma anche di conflitti e di emergenze. La sfida di Lokko è quella di raccontare l’Africa come terra di sperimentazione e di ricerca, come terra del fare per proporre soluzioni. Se l’uomo bianco ha finora scritto le pagine della Storia dell’Architettura, è giunto ora necessario un cambiamento, una rivoluzione prospettica che guarda il mondo dall’Africa e non più viceversa. “La speranza è una valuta potente”.
Alla sezione Italia presente la suggestiva Baia di Ieranto nel comune di Massa Lubrense, in provincia di Napoli, e stata quindi protagonista, dal 16 al 18 aprile 2023, con l’installazione La Terra delle Sirene. Secondo i progettisti BB (Alessandro Bava e Fabrizio Ballabio) è stato un “dispositivo significante capace tanto di rivelare lo stato ambientale del fondo marino quanto di generare nuove forme di aggregazione rituale. Una vera architettura a cielo aperto per la protezione ambientate e architettonica del territorio italiano e mondiale.
Roberto Scala freelance comunication
60° esposizione Internazionale d’arte di Venezia gli altri
Ecco la 60° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia curata da Adriano Pedrosa ha preso corpo.
Continuando a sentirci stranieri anche a noi stessi e al ruolo giocato dall’arte nei conflitti che non toccano solo l’identità d’individui, popoli e nazioni, siamo pronti a imbatterci in tutti quelli che affollano la Biennale di Venezia di Adriano Pedrosa, primo curatore latinoamericano e apertamente queer della Biennale. Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere e in tutte le lingue tradotte dalle sculture al neon del collettivo Claire Fontaine che costellano questa edizione all’Arsenale, tra le declinazioni e provocazioni possibili dell’altro siamo tutti estranei, emarginati, immigrati, espatriati, rifugiati, e strani come Maurizio Cattelan, palesate dell’ecologia naturale, sociale e culturale dei 332 artisti alla loro prima partecipazione. Con i suoi 30 Eventi Collaterali, i 90 Padiglioni Nazionali, tra quello della Santa Sede, le new entry come Benin, Etiopia, Timor Leste e Tanzania, e quelli chiusi come Israele.
Opere di grande effetto realizzate da artisti completamente sconosciuti al pubblico nazionale e internazionale il padiglione Italia che si trova all’arsenale unico artista Massimo Bartolini con un’enorme installazione di un punteggio in ferro e acciao
Testo di Roberto Scala
Alessandro Verdi alla Fondazione Mudima di Milano
Preso la Fondazione Mudima ma si è tenuta la personale dell’artista Alessandro Verdi, presentando il suo più recente lavoro, sviluppato attraverso un percorso che per la prima volta, dopo le mostre personali del 2001, 2012 e 2017, coinvolge il pubblico grazie ad un progetto che si incentra sul rapporto tra spazio, architettura ed opera con un’estensione finora inedita per l’artista.
Le sue opere occupano I due spazi con lavori grafici, pittorici e installazioni voluminose, l’utilizzo della carta come elemento primario attribuisce all’opera dell’artista uno stile poetico e personalizzato la mostra sarà visibile fino al 7 giugno 2024 in via Tadino 26 a Milano ingresso libero chiusa il sabato e domenica
Photo by Roberto Scala
La 60° Biennale internazionale di Venezia
Ecco la 60° Biennale internazionale di Venezia, dal tema “Stranieri ovunque” vuole presentarsi come un richiamo alla pluralità e alla fluidità dell’esperienza umana nell’era contemporanea. Attraverso opere d’arte di artisti provenienti da tutto il mondo, la Biennale offre dunque uno spaccato della complessità delle identità globali, sfidando le nozioni tradizionali di appartenenza.
Il titolo Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere è tratto da una serie di lavori realizzati dal collettivo Claire Fontaine a partire dal 2004.
Queste opere consistono in sculture al neon di vari colori che riportano in diverse lingue le parole “Stranieri Ovunque” . L’espressione è stata a sua volta presa dal nome di un omonimo collettivo torinese che nei primi anni Duemila combatteva contro il razzismo e la xenofobia in Italia.
Ma anche tratta pittura, scultura, installazioni e video art.
By Roberto Scala
Miart ultimo giorno a Milano
Ultimo giorno a Milano di Miart 2024
no time no space: la fiera dell’arte contemporanea si apre alla città. Il tema è lo sconfinamento e l’apertura a nuovi mondi, non solo negli spazi ma anche nel tempo fino al 14 aprile.
La fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea vede la partecipazione di 181 gallerie provenienti da 28 Paesi e 10 premi da assegnare nei giorni della mostra, con presenze internazionali vecchie e nuove oltre al solido nucleo delle gallerie italiane, che rappresentano oltre la metà degli espositori e offrono uno sguardo unico sull’arte contemporanea del nostro Paese e la sua specificità. Collezionisti e appassionati d’arte troveranno una manifestazione ricca e vivace, che ha l’obbiettivo di parlare del presente attraverso un viaggio che incrocia passato, presente e futuro, alla ricerca di ciò che nell’arte travalica il senso del tempo.
Tante opere ottima qualità tantissimi visitatori boom di presenze .
Photo by Roberto Scala artist
Nari Ward solo show in Hangar Bicocca Pirelli Milano
Grande mostra dell’artista giamaicano Nari Ward con una sua retrospettiva presso Pirelli Hangar Bicocca raccoglie per la prima volta una selezione di opere che indaga la ricerca di Nari Ward con la performative e i progetti incentrati sulla collaborazione. Con un focus specifico su opere basate sull’idea di tempo, che comprendono video, lavori sonori, sculture performative e installazioni, la mostra esplora a fondo la pratica trentennale dell’artista, presentando sia opere storiche e seminali sia nuove produzioni. La narrazione si snoda attraverso le installazioni di grande formato che Ward realizza tra il 1996 e il 2000 per la coreografia Geography Trilogy di Ralph Lemon, e che per la prima volta da allora vengono qui presentate in un contesto espositivo. Le tre opere creeranno una nuova coreografia insieme ad altre sculture, video, installazioni e al corpo stesso dei visitatori. Il concetto di performative anima la mostra stessa, caratterizzata da un programma di azioni collaborative dal vivo che si svolgeranno durante l’esposizione.
Numerose istituzioni internazionali hanno ospitato mostre personali di Nari Ward, fra cui: Fondazione Nicola Trussardi, Milano (2022); New Museum, New York (2019, 1993); Museum of Contemporary Art, Denver, Contemporary Art Museum, Houston (2019); The Aldrich Contemporary Art Museum, Ridgefield (2019-2020); deCordova Sculpture Park and Museum, Lincoln (2018-2019); Socrates Sculpture Park, New York, The Institute of Contemporary Art, Boston (2017); The Barnes Foundation, Philadelphia (2016); Pérez Art Museum Miami, Scad Museum of Art, Savannah (2015); LSU Museum of Art, Baton Rouge, Louisiana (2014-2015); Chateau de Blandy-Les-Tours, Francia (2013); Mass MoCa, Massachusetts (2011-2012); Contemporary Art Galleries at the University of Connecticut (2007); Palazzo delle Papesse – Centro Arte Contemporanea, Siena (2006); GAM, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino (2001); Walker Art Center, Minneapolis (2001, 2000); Harlem Firehouse Space, New York (1995, 1993); Magasin, Grenoble (1994).
Le sue opere sono state anche presentate in occasione di numerose biennali internazionali, quali: Sharjah Biennial (2023, 2005); Whitney Biennial (2006, 1995); Taipei Biennale (2006); documenta, Kassel (2002); Biennale di Venezia (1993). L’artista ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali: Vilcek Prize in Fine Arts, New York (2017); Joyce Award, The Joyce Foundation, Chicago (2015); Nadine Carter Russell Chair, LSU College of Art + Design, Louisiana (2013); Rome Prize, American Academy in Rome (2012).
Photo by Roberto Scala artist strong
La 59° Biennale d’Arte di Venezia “Il Latte dei Sogni” di Cecilia Alemani
La 59° Biennale d’Arte di Venezia
“Il Latte dei Sogni”
dal 23 Aprile al 27 novembre 2022.
Cecilia Alemani è la curatrice di questa edizione coadiuvata dal nuovo direttore Roberto Cicutto.
Sono presenti 513 artisti da 58 nazioni, alcune nazioni notoriamente assenti per i motivi del conflitto bellico e altro, come Russia e Ucraina.
Grande e numerosa la presenza femminile, in maggior numero nel Padiglione centrale .
Si inizia visitando il Padiglione Centrale, Giardini, per proseguire all’Arsenale/Corderie, per terminare in vari collaterali nella città di Venezia.
Si raggiunge il Padiglione Italia curato da Eugenio Viola e magistralmente allestito dall’artista Gian Maria Tosatti. L’artista ha costruito qui una narrazione in due stazioni concepite in tempi diversi ma conseguenziali. Dopo aver eliminato l’ingresso dorato e monumentale del padiglione, lo ha sostituito con un ambiente scarno e povero: un casottino in lamiera dove gli operai timbravano il cartellino prima di entrare in fabbrica.
In questo percorso l’artista ha raggiunto un risultato emozionale dalle sue installazioni facendoci rivivere pensieri di vita di un passato, come ad esempio l’enorme spazio occupato da macchinari tessili in cui un tempo passato lavoravano operaie tessili.
Fantasticamente all’esotico ce lo ha fatto rivivere il padiglione della Nuova Zelanda con video e grandi immagini coloratissime di mari e foreste esotiche. Buona impressione ci ha fatto anche la Lituania, l’artista Skuja Braden occupa l’intero spazio ricoperto da piccole, grandi, e medie sculture in ceramica, una completa visione surrealistica di opere sparse.
La visita è proseguita ai Giardini. Sorpresa della Spagna che presenta tutto il suo padiglione completamente vuoto, proposta concettuale del nulla. Ovunque inaugurazioni, padiglioni più o meno propositivi, altri chiusi come Russia, Cecoslovakia. Piacevole l’Ungheria, Interessante il Padiglione di Israele e Serbia e la performance al padiglione Australia. Il grande orecchio del Padiglione Brasile, il padiglione Venezia e il padiglione Uruguay, Filippine, e Islanda.
Il padiglione centrale presenta una notevole quantità di opere delle artiste selezionate da Cecilia Alemani.
In questa biennale non si sono viste provocazioni, mentre un grande ritorno alla pittura, scultura e ceramica d’arte, in calo la fotografia e il video, praticamente poco della performance se non quella al padiglione centrale dell’artista rumena. Comunque è sempre una biennale da vedere, un palcoscenico mondiale dell’arte una grande occasione per assaporare tutta la contemporaneità.
Un accenno a qualche collaterale in luoghi sparsi di Venezia, With Ands Signs Grow di artisti spagnoli al Palazzo San Donà, Luis Nevelson Persistence in piazza San Marco, la performance dell’artista trentino di Stefano Cagol al Campo dell’Abazia.
Photo e testo di Roberto Scala
Miart dal 14 al 16 aprile 2023
Dal 14 al 16 aprile 2023 apre la 26° edizione di Miart, la fiera meneghina di arte moderna e contemporanea, è finalmente iniziata, sotto la direzione di Nicola Ricciardi. Il tema della fiera si basa su metafore musicali – in questo caso, il “crescendo”. Questa scelta riflette l’aumento delle gallerie che partecipano all’evento: ben 169, provenienti da 27 paesi, un incremento notevole rispetto all’anno precedente anche se, alcuni, hanno messo in evidenza la scarsa presenza di grandi gallerie internazionali. I galleristi sono entusiasti dei primi giorni di fiera, con una grande presenza di pubblico italiano e molti visitatori stranieri. La grande affluenza di pubblico, che ha caratterizzato il pomeriggio dell’inaugurazione, ha reso talvolta difficile dialogare con collezionisti e interessati.
MIART è aperta al pubblico dal 14 al 16 aprile e presenta tre settori distinti: Established, Decades e Emergent, la sezione dedicata agli artisti emergenti.
Tra le gallerie di spicco segnalo Mimmo Scogliamiglio Arte Contemporanea , con Nan Goldin, Adrian Tranquilli ecc, tanti altri. La galleria Enrico Astuni che presenta un progetto Itinerari con opere di 4 artisti: Alberto Garutti, David Medalla, Maurizio Nannucci e Gianni Piacentino. Altra galleria con due stand esposti in diversi settori è quella di Lia Rumma che vede esporre nella sezione Established opere di Vanessa Beecroft, Giuliano dal Molin, Ettore Spalletti e molti altri. Mentre nella sezione Decades vengono esposte fotografie di Ugo Mulas. Le opere più vendute in questi giorni si inseriscono in una fascia di prezzo media e soprattutto legata alle fotografie.
L’atmosfera a Miart è vivace e stimolante, tuttavia, nelle gallerie emergenti, c’è una grande ricerca e selezione di artisti che affrontano tematiche contemporanee e innovative.
Photo by Roberto Scala
Domenico Bianchi da Christian Stein in Milan Italy
Solo show of Domenico Bianchi torna ad esporre con la Galleria Christian Stein nella sede di corso Monforte a Milano e lo fa presentando una serie di otto opere realizzate negli ultimi due anni. Non più lavori in cera o su base lignea, ma su marmo. Tutti marmi lucidi intarsiati eleganti senza nessun rilievo appesi come dei panelli delicati e leggeri.
Fino al 18 maggio 2024
Photo by Roberto Scala artist