Gianmaria Tosati solo show da Lia Rumma Milano

Gianmaria Tosati presenta una serie di lavori e installazioni presso la nota art gallery Lia Rumma di Milano.

Dalla scritta trauma in neo alle bandiere trasparenti, fino alle sue lastre arrugginite con foglio d’oro

His projects are usually long term investigations on specific topics related with the concept of identity, from the political to the spiritual standpoint. The resulting research is pervaded by a deep sense of history.
His works are mainly large scale site specific installations conceived for entire buildings or urban areas. His practice involves often the communities of the places where he works.

La mostra sarà visitabile tutti i giorni fino al 8 maggio 2025 affrettatevi

Photo by Roberto Scala

IL PENSIERO MALIGNO NELL’ ARTE!

IL PENSIERO MALIGNO NELL’ ARTE.

Alcuni artisti pittori/teologi esortono a non credere che solo il bello sia seduzione, c’è anche la visione dell’ orrid, dell’ informe, dell’ incubo, la rappresentazione della follia straziante che sono più seducenti.
Il demoniaco è il nulla, non ha natura, è il non essere che si presenta nauseante, orribile, il pensiero espresso con ira.
La decorazione plastica simbolica delle Cattedrali gotiche costituiscono una visione insuperabile non solo figurativa ma anche da quella letteraria che nel tempo acquistano nuovi significati, linguaggio, nuovi riti e nuovi miti. Pura irrealtà dagli effetti tragici, da incubo.

Il fantasticare può anche essere un modo di rendersi conto della realtà; chi non ha fantasia non sa vedere.

La fantasia domina l’anima dell’ artista attraverso la rappresentazione trasgressiva, l’arte è artificio è un disagio continuo che prevale nel tempo in cui si vive perché ci si allontana dall’ideale classico della visione magica della natura per percorrere la visione tragica che assilla l’animo umano e ne prende il sopravvento.
L’artista delinea un mondo orrendo  ad intendere il senso profondo dell’ uomo per fuggire da un mondo maligno, crudele, peccaminoso, dispettoso, pieno di frode.

La risposta è nel vento.

POLVERE

Palazzo Reale presenta la collezione della fondazione Giuseppe Iannaccone Milano

Sono oltre 142 opere di 80 artisti internazionali da Marcello Maloberti, Francesco Vezzoli, marc Quinn, Nan Goldin , Marilena Senatore fino a Banksy.

L’avvocato Iannaccone, molto noto fra i penalisti del diritto d’impresa, ha raccolto oltre 400 opere che ha esposto nelle più importanti mostre a livello internazionale.
Come da egli stesso raccontato, Iannaccone dedica i fine settimana allo studio dei cataloghi e alla ricerca di nuovi artisti in giro per il mondo. In questa ricerca è molto aiutato dai social che offrono ai giovani artisti una vetrina per mettere in evidenza le proprie opere.
La ricerca punta essenzialmente all’uomo con tutte le sue problematiche.
E quindi al rapporto con il corpo, l’identità in continua evoluzione, il multiculturalismo e le complesse interazioni tra Oriente e Occidente, la povertà, il disagio esistenziale, il fenomeno delle migrazioni.
Per Iannaccone, che in questi anni ha lanciato tantissimi artisti, l’arte contemporanea è però da sempre non solo penalizzata in Italia ma anche poco valorizzata.
Una collezione mai vista tra pittura, scultura, fotografia e installazioni, purtroppo manca un opera dell’artista Roberto Scala sorrentino di nascita

Photo di Roberto Scala

Milano Outoff teatro il re del plagio di Jan Fabre

Ultimi giorni affrettatevi via Mac Mahon Milano teatro Outoff ore 19,30 unico biglietto singolo fino a domenica

prima nazionale il 19 febbraio Cure di masturbazione per rimanere sano, ovvero IL RE DEL PLAGIO di Jan Fabre, monologo con la regia, l’adattamento drammaturgico e l’interpretazione di Roberto Trifirò. Prosegue così la quarantennale relazione tra l’opera e la poetica del regista fiammingo e il Teatro Out Off diretto da Mino Bertoldo; iniziato nel 1985 e mai interrotto, questo legame si è ulteriormente rinforzato nel 2023, con l’ospitalità in prima nazionale al Teatro Out Off di Peak Mytikas. (On the top of Mount Olympus) e, nel 2024, con il Festival Fabre, oltre che con numerose produzioni del Teatro Out Off su testi di Fabre. E proprio uno dei suoi monologhi “manifesto” sull’arte e sulla sua idea di posizione dell’artista nel mondo porta in scena Roberto Trifirò fino al 9 marzo: con il testo Il re del plagio Fabre propone una riflessione profonda sul tema dell’autenticità, reiterando il credo artistico della sua opera. Il re del plagio è l’artista-ciarlatano, che difende l’imitazione come strumento di bellezza e di fragilità per creare arte e, allo stesso tempo, per plasmare la propria identità artistica. Un testo di metateatro, in cui Fabre smaschera continuamente l’artificio scenico e rigetta radicalmente il concetto di originalità come assioma artistico.

Photo by Roberto Scala

Collezione Giuseppe Iannaccone al Palazzo Reale di Milano

Grande mostra

Da CINDY SHERMAN A FRANCESCO VEZZOLI. 80 artisti contemporanei.” verrà presentata in anteprima internazionale a Palazzo Reale, una mostra che mette in dialogo più di 140 opere e  80 grandi artisti contemporanei di tutto il mondo.

Da Cindy Sherman a Lynette Yiadom-Boakye, da Nan Goldin a Nicole Eisenman, da Kiki Smith a Marc Quinn, da Lisetta Carmi a Francesco Vezzoli; tutti artisti presenti nell’inedita e prestigiosa sezione contemporanea della Collezione Giuseppe Iannaccone che, saranno legati e collegati da un dialogo sui più importanti temi sociali come il rapporto con il corpo, l’identità in continua evoluzione, il multiculturalismo e le complesse interazioni tra Oriente e Occidente.

Una collezione eccellente di opere pittoriche e scultori che di altissima qualità cosa dire andate in massa a guardare e vivere sitare la mostra né vale la pena.

Photo by Roberto Scala

Milano design week super studio

Si è appena conclusa la Conferenza Stampa del Superdesign Show, progetto di Gisella Borioli con l’art direction di Giulio Cappellini, che si terrà dal 6 al 13 aprile al Superstudio Più in occasione della Milano Design Week.

Photo by Roberto Scala

Roberto Scala street art indipendente Milano nord

La Street Art è uno dei principali movimenti artistici degli ultimi decenni. Le origini, gli sviluppi, i maggiori artisti. Il termine Street Art comprende le forme d’arte realizzate in luoghi pubblici che normalmente non sono preposti alla realizzazione di opere, ad esempio muri, strade e piazze.

L’arte così coinvolge il popolo attraverso immagini che vanno contro il sistema e mercato dell’arte contemporanea globalizzato dalle aste pilotata dai ricchi.

Articolo anonimo anti Banksy

Photo by Roberto Scala artist strong

Arte urbana tra Napoli e Firenze!

“Il nostro sistema scolastico si basa sull’accumulo di nozioni, ma in realtà maggiore è la quantità di dati che raccogliamo, maggiore è la confusione che ci avvolge, e inoltre perdiamo di vista la saggezza innata in ciascuno di noi.

Impariamo quindi a chiedere la verità, a bussare alla porta del nostro essere: questo è ciò che viene conosciuto come intuito, creatività, visione o profezia.

Per questo motivo il saggio si focalizza su colui che vede anziché sulla scena osservata. Il veggente è il sé non locale.”

Deepak Chopra, “Le coincidenze”,Sperling e Kupfer, 2008

 

Firenze ha una sua forza e specificità nella promozione della street art, che a nel tessuto urbano a cielo aperto dialoga con la culla del Rinascimento origine del ruolo sociale, intellettuale e culturale dell’artista e delle arti maggiori.

Sono numerosissime le gallerie e gli studi d’artista che promuovono il linguaggio di genere, legittimando la strada come galleria e da galleria ne incarnano la rappresentazione in una modalità d’intermediazione alta e di mercato il genere.

La più interessante che ho visitato è la Street Levels Gallery, di Gianluca Milli, in Via Palazzolo 74 AR e in Via Melegnano 4R, che tratta artisti molto presenti nel tessuto e nella topografia urbana della città come Ache 77, Exit Enter, Kraita 317, James Vega, Miles, Nian e Taleggio (solo per fare qualche nome, il pacchetto artisti è molto ampio e lo trovate al link https://www.streetlevelsgallery.com/).

 

Vivacità culturale nell’ambito dell’arte urbana che Napoli in questo momento non ha (almeno in relazione al settore di genere, eppure storicamente Napoli è stata leader e traino di settore) tradotta in mercato e collezionismo educato a seguire e inseguire l’artista a cielo aperto in ambito urbano, nell’area Napoletana cosa avviene?

Gallerie che promuovano l’arte urbana a cielo aperto totalmente assenti in area metropolitana non pervenute, l’unica di settore è la Street Art Gallery di Salvatore Iacono ma è a Forio d’Ischia, si colloca però sulla sponda opposta dell’intermediazione, quella della processualità diretta.

Da Salvatore Iacono l’artista entra in un domicilio urbanizzato, si relaziona direttamente allo spazio come fosse in strada e quando interviene in altre modalità  lo fa in maniera sacrale, operando in un tempio spirituale del linguaggio che si eleva su tutto in maniera cruda e pura, la galleria è in Via Costantino 28 a Forio d’Ischia.

 

 

A Napoli di grande interesse sul tema c’è soltanto la programmazione del Foyer del Teatro Bellini, ricognizione di quanto avviene in area Napoletana e tentativo di sistematizzarlo, in Via Conte di Ruvo 14, che propone dal 25 Gennaio al 9 Febbraio “Luma, Monster Pop” di Luigi Massa, i Luma sono mostri che incarnano le sue paure e ansie, escono dal Vesuvio e vivono tra noi e si propongono come fautori dell’amore, sento la loro voce (“amò tutt’a posto?”, “Frate carnale me daje rojé euro?”), Luigi le empatizza, tramutando il mostro in qualcosa di benevolo, in fondo a Napoli lo facciamo tutti, le paure e i mostri sono energie che vivono e convivono con noi, bene armonizzarle, Luigi Massa è classe 1985 ed un Graphic designer.

La questione che pongo è:

Perché a Napoli non c’è un privato, un gallerista come Gianluca Milli a Firenze o come Salvatore Iacono a Forio (collocato in modalità diametralmente opposta ma dialettica) che a suo modo investa su quello che strada e urbanizzazione determinano nel panorama dell’arte e della cultura?

Possibile che a Napoli tutto si sia fermato a una lettura e una interpretazione della street art in chiave moralista di propaganda al servizio dell’ideologia politica o del turismo da cartolina di massa?

Chiaro che questo non sarebbe mercato dell’arte, ma neanche didattica e dialettica, ma assistenzialismo fine a se stesso e all’ordinare e omologare lo sguardo di chi tenta di scindere tra ciò che è arte e ciò che non lo è!