Marcel Duchamp il profilo

Assistiamo a una supervalorizzazione di alcune esperienze artistiche per occuparsi di interessi esterni alla natura dell’arte. L’artista che produce sempre contemplando le opere del passato, ora, cerca qualcosa che ancora non accade: il futuro e si preoccupa, molte volte, con queste gioie della propria arte. Ogni nuova tecnologia, un palpito, una lungimiranza, ma l’arte non è un’illustrazione di performance tecnologica, politica o ideologica, è un sistema autonomo e integrato nel corpo della società.
Il gesto di Duchamp ha voluto dare una risposta alla crisi delle arti artigianali nella società industriale e indagare il funzionamento dell’istituzione artistica, poiché non ha mai dovuto abbandonare il suo lavoro in lavori artigianali, come mostre o grandi vetrate. Era un punto di vista critico nei confronti dell’arte e delle sue istituzioni. L’arte è anche un gioco di poteri che le operazioni tecniche non spiegano.
Naturalmente il readymade e il modello più diffuso dell’arte contemporanea non si mescolano.

Opera ritratta da Ryosuke Cohen 2010 of mr. Dottor Roberto Scala

WOLFGANG LAIB solo show Lia Rumma Milano

WOLFGANG LAIB

… e vidi cose che ridire né sa né può ..

Opening Wednesday 25 October 2023 | h.18.30 – 21.00L

IA RUMMA GALLERY, MILAN

Via Stilicone, 19

La Galleria Lia Rumma inaugura mercoledì 25 ottobre 2023, “e vidi cose che ridire né sa né può…”, la prima mostra personale dell’artista tedesco Wolfgang Laib nella sede di Milano. Il titolo è tratto da una frase contenuta nella seconda terzina del canto primo del Paradiso di Dante Alighieri, che recita nella versione integrale:

Nel ciel che più de la sua luce prende
fu’ io, e vidi cose che ridire

né sa né può chi di là sù discende

Le pagine di poesia della Divina Commedia, sono l’incipit di Wolfgang Laib per percorrere, come un novello Dante, un altrettanto viaggio ascensionale e spirituale, attraversando diverse forme di ”architetture mentali di luce”. Queste composizioni immateriali rispondono alla costante ricerca di Laib d’intravedere l’universale, l’eterno, in culture e tradizioni diverse del mondo, in pensieri e idee, uguali o simili, che appaiono in luoghi e in tempi diversi. E lo fa servendosi di materiali naturali, perché come lui stesso racconta: ”Quello che mi piace del polline, del latte e della cera d’api è che possono diventare spirituali”.

Il viaggio mistico di Wolfgang Laib si sviluppa sui tre piani della galleria. All’ingresso, a piano terra, s’incontra Zikkurat (2000), un grande ziggurat alto 4 metri completamente rivestito da lastre di cera, che con i suoi gradini, dal basso indica la direzione verso l’alto e verso lo spirituale, dal regno materiale a quello trascendentale. La forma a ziggurat è apparsa per la prima volta nel suo lavoro nel 1995 e si rifà alle antiche strutture religiose della Mesopotamia, visitate durante i suoi tanti viaggi in Medio Oriente.

Salendo al primo piano della galleria l’artista ha collocato City of Silence (2015-2023), un’installazione composta da 34 sculture in cera d’api che evocano paesaggi urbani e motivi architettonici – torri, case e ziggurat – ricorrenti nella narrativa visiva di Laib che traggono ispirazione, tra l’altro, sia dall’architettura dell’Italia medievale che dalle torri del silenzio utilizzate nei riti di scarnificazione zoroastriana nell’antica Persia. È come se l’artista ci consegnasse una sorta di città utopica e ideale di tutti e di nessuno.

Il secondo piano è dedicato al patriarca del buddismo giapponese, Kōbō Daishi: “un monaco giapponese – spiega Laib -, vissuto dal 774 all’835. La sua tomba a Koyasan è uno dei miei posti preferiti in Giappone, collocata alla fine di un cimitero in una foresta di cedri. Dietro il tempio, si trova una piccola struttura in legno con due porte chiuse. Molti pellegrini vi si recano ogni giorno, credendo che il monaco sieda in eterna meditazione dietro quelle porte”. Wolfgang Laib ha realizzato un disegno direttamente sulla parete della galleria, che si rifà all’immagine della tomba di Kōbō Daishi, con al centro le due porte gialle chiuse e circondate da onde bianche, che danno corpo e forma all’energia vitale, quasi un suono, che questo luogo sacro emana. Sulla parete opposta Pollen from Hazelnut (2023), una piccola montagna di polline, altro elemento di natura spirituale, appoggiata su di un piedistallo bianco, fa da contraltare al tempio disegnato, andando al di là del concetto di morte fisica.

In contemporanea alla mostra in Galleria, giovedì 26 ottobre, inaugura la personale di Wolfgang Laib, “Passageway Inside – Downside” a Villa e Collezione Panza – FAI, Varese.

Wolfgang Laib (Metzingen, Germania, 1950), vive e lavora tra il sud della Germania, il sud dell’India e New York. Dopo gli studi in medicina all’Università di Tübingen si dedica alla pratica artistica creando sculture e installazioni che sembrano collegare passato e presente, l’effimero e l’eterno, utilizzando materiali organici semplici ma altamente simbolici, solitamente associati al sostentamento, come polline, latte, cera d’api e riso.
Il suo lavoro è stato presentato a Documenta (1982, 1987) e alla Biennale di Venezia (1997, 1999, 2019), mentre la sua prima grande mostra istituzionale si è tenuta al Musée d’art moderne de la ville de Paris (1986). In seguito è stato protagonista di numerose mostre personali, in particolare all’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington (2002), al Dallas Museum of Art (2002), alla Haus der Kunst di Monaco (2002-03), alla Fondation Beyeler di Basilea (2005-06), alla Fondazione Merz di Torino (2009) e al MMK Museum für Moderne Kunst di Francoforte (2010). La sua più grande opera in polline è stata installata nell’atrio del MoMA di New York nel 2013. Nello stesso anno, la prima installazione permanente dell’artista, una stanza di cera d’api, è stata inaugurata alla Phillips Collection di Washington e nel 2014, ha realizzato una camera permanente sotterranea di cera d’api lunga 40m, nello studio La Ribaute di Anselm Kiefer a Barjac.
Nel 2015 ha ricevuto il Praemium Imperiale a Tokyo. In Italia, a Firenze, nel 2019, il Museo del 900, ha presentato il suo lavoro in diversi siti storici: Convento di San Marco, Cappella Magi in Palazzo Medici-Riccardi, Capella Pazzi in Santa Croce e al Sepolcro Rucellai in San Pancrazio. Nel 2023 il Kunstmuseum Stuttgart gli dedica una personale e presenta in anteprima il documentario “Wolfgang Laib: Here, Now and Far Beyond”.

Photo by Roberto Scala.                Freelance of only contemporary arts 

A Verbania espone il cuore

Il

  Cuore  in  Mostra

In occasione della 1^ Edizione “Il Cuore in Mostra” organizzata dall’Associazione Siviera presieduta dalla Prof.ssa Marisa Cortese e dall’Associazione Amici del Cuore presieduta dal  Dott.Enzo M.Bianchi  sono lieti ed onorati di

INVITARVI

  Presso il Parco Di Villa Giulia Verbania Pallanza dal 18 al 22 ottobre 2023 alla Mostra d’Arte Contemporanea dedicata alla tematica del CUORE nelle sue forme ed espressioni più diverse: la finalità è divulgare l’importanza dell’organo principe del nostro corpo:

il  CUORE

Un’Asta Benefica dedicata a potenziare la Rete di Defibrillatori, che l’Associazione Amici del Cuore dal 2008, grazie ai contributi ricevuti, ha potuto installare sul territorio, offrendo un servizio salvavita importante per tutta la collettività. Ringraziamo anticipatamente per la partecipazione e cogliamo l’occasione per porgere i Ns più cordiali saluti.

Per l’Asta Benefica che si svolgerà sempre nel Parco Di Villa Giulia Domenica 22 ottobre dalle ore 16,00 è possibile visionare in anticipo ed acquisire le opere pubblicate sul link “Il Cuore in Mostra” dal sito…

www.amicidelcuorevco.it

Gabriele Basilico fotografo del mondo al palazzo Reale di Milano

Il grande maestro della fotografia italiana presenta le sue opere fotografiche che da dieci anni dalla scomparsa la città di Milano gli dedica a Gabriele Basilico (1944-2013) una ampia retrospettiva che si articola in due sedi espositive dal Palazzo Reale alla Triennale Milano e rappresenta il primo grande omaggio che la città in cui Basilico è nato e ha vissuto rivolge al fotografo e a quel suo sguardo cosmopolita, capace appunto di ascoltare il cuore di tutte le città.             L’esposizione propone complessivamente oltre 500 opere a colori e in bianco e nero, partendo dall’attraversamento della città di Milano in Triennale per guardare e arrivare al Mondo a Palazzo Reale.

Grande mostra aperta tutti i giorni catalogo in vendita 50 euro

Photo by Robert Scala

Spencer Lewis solo show da Massimo De Carlo

MASSIMODECARLO è lieta di presentare Put a Mess, la prima mostra in Italia dell’artista losangelino Spencer Lewis. Il titolo della mostra esprime un’esplorazione dinamica della messa in scena del caos e del disordine. Lewis ci invita a entrare in un regno, la tela, dove la pittura diventa uno spazio di creazione programmata e di disordine inventivo.

Il fascino di Spencer Lewis per il linguaggio assume una forma astratta, universale e capace di trasmettere significati ed emozioni collettive. Le sue opere sono incarnazioni visive del suo sforzo fisico, attraverso il gesto, che pulsa di emozioni e infonde un’intensità controllata attraverso un segno staccato. Le creazioni di Spencer sono caratterizzate da un palpabile aspetto performativo. Le opere coinvolgono il visitatore in un’esperienza visiva che lo porta a confrontarsi con il segno e la forza di Lewis.

Spencer Lewis’s fascination with language takes on an abstract form—transcendental, universal, and capable of conveying shared meanings and emotions. His works serve as visual embodiments of his physical exertion, through gesture, pulsating with emotion and infused with a controlled intensity through a staccato mark. While not simply a record of his process, a palpable performative aspect infuses Spencer’s creations. The works draw viewers into the visceral experience of his exploration of the mark as a sign, object and force.

La mostra sarà visitabile fino 11 novembre 2023

Viale Lombardia 17 Milano

Giacomo Spazio espone alla fermata di Villapizzone Milano

Born in 1957, Giacomo Spazio writes in 1975 poetical phrases on the walls of Milan and performs between Milan and London, both alone and with the group “Poesia Metropolitana”.

In 1980 he abandons performances to dedicate to painting and in 1983 his works, full of colors and big in dimensions, are painted on the walls inside the prestigious “Teatro dell’Arte (Art Theatre)” in Milan. He’s for sure one of the first italian artists to work on the street (1975-1987), being an avantgarde in years of the Italian Street Art movement.

From 1990, his artistic work, always swinging between music and literature, becomes of strong emotional and social impact.
He says of himself “I am a man. Simply a man. My life style totally reflects into my artistc work. We all need poetry and we all need to get rid of any slavery!”

From 2005 his atelier/laboratory is regulary open to host single or collective exhibits mainly of italian artists.
He is one of the members of the Milano art collective called: Limited.

More over, in 1982 he founded with friend Nino La Loggia the punk(art)rock band called 2+2=5 with whom recorded 3 records, continuing with several bands and finally going solo.

In 1983 he established with Ermanno Gomma Guarnieri the UT distribution. This was the first italian company that distributed counter-culture punk material (tapes, records and faniznes).

In 1986 with several friend Gomma, Kikko and Valvola, he is among the founders of the first italian no copyright & electronic counter-culture magazine called Decoder.

In 1987 he founded the independet music magazine Vinile and the related independent label Vox Pop that later became one of the most famous and important indie-rock italian label.

In 1997 he goes back to his full time job: being an artist.

Anche a Capri c’è l’arte contemporanea

Ecco il solito artista che vuole sconvolgere il mondo dell’arte moderna e contemporanea, con scultura che abbruttiscono una piazzetta come Capri nelle vicinanze di una chiesa secolare con una scalinata antica dove i pellegrini di soffermavano all’ombra del sole dell’estate ora occupata da pseudo artisti che bevono alcool etilico

Photo copyright Roberto Scala

Michelangelo Pistoletto. la Mela reintegrata in Piazza Duca d’Aosta a Milano

Ecco la mela reintegrata del maestro Michelangelo Pistoletto opera sublime di vitale importanza per una città, una metropoli, una nazione europea come l’Italia. Sfido chiunque a bruciare questa divinità simbolo emblematico dell’arte Povera,  ecco cosa dice il maestro :“Il simbolo della mela attraversa tutta la Storia che abbiamo alle spalle, partendo dal morso, che rappresenta il distacco del genere umano dalla Natura e l’origine del mondo artificiale. La Mela Reintegrata rappresenta l’entrata in una nuova Era, nella quale mondo artificiale e mondo naturale si ricongiungono generando nella società un equilibrio esteso a dimensione planetaria.
Il simbolo della Mela Reintegrata rappresenta la ricomposizione degli elementi opposti: natura e artificio. La mela significa natura; il morso della mela significa artificio, così come lo vediamo utilizzato in un marchio di computer mondialmente diffuso posto ad emblema della tecnologia che sostituisce integralmente la natura. Con la Mela Reintegrata l’artificio assume il compito di ricucire la parte asportata dal morso e ricongiungere l’umanità alla natura, anziché continuare ad allontanarla da essa.”

(Michelangelo Pistoletto)

Photo copyright by Robert Scala discendente scaligero 2023

 

Diego Marcon alla Fondazione Trussardi di Milano

Fondazione Trussardi dedica all’artista classe ’85 di Busto Arsizio Diego Marcon e che sviluppa, in un percorso strutturato nei piccoli ambienti, le proiezioni di alcuni dei suoi più celebri video art performance.  La mostra curata da Massimiliano Gioni direttore della Fondazione Trussardi di Milano .

Il Teatro Gerolamo. A pochi passi dal Duomo e definito dai meneghini “la piccola Scala”, è un edifico dalla storia travagliata; ideato nel 1868 dall’ingegnere Paolo Ambrosini Spinella, e realizzato in pochi anni coi materiali di risulta dalla stessa impresa edile che innalzò Galleria Vittorio Emanuele II, fu destinato a essere luogo di intrattenimento dedicato alle marionette. Si susseguirono infatti, dal 1911 al 1983, data della sua chiusura, alcune compagnie di spettacolo che lo gestirono con alterne fortune o veri successi, ma è stato poi grazie all’intervento della proprietà, la Società Sanitaria Ceschina, che dopo 34 anni è tornato al suo antico splendore.

Photo di Roberto Scala freelance

Roberto Scala realizza opere a strappo dal 1996 al 2022 tra Londra e Milano

Tra gli artisti più influenti del ‘900, spicca senza dubbio Mimmo Rotella che ha saputo trasformare questo gesto in un’autentica arte. Prima Napoli e Roma, poi Parigi e l’arrivo negli Stati Uniti: è stata proprio la borsa di studio ottenuta dalla Fullbright Foundation a consentirgli di trasferirsi negli Stati Uniti per frequentare l’Università di Kansas City. L’incontro con artisti di fama internazionale come Pollock e Rauschenberg ha ispirato il suo modo di intendere l’arte e la realtà che lo circondava, spingendolo poi a fare il grande salto. La tecnica artistica più nota di Mimmo Rotella, il famoso “Dècollage”, è stata sperimentata per la prima volta proprio dopo il rientro in Italia, consacrandolo come artista del taglia e incolla.

Mentre la mia opera oltre ad essere una rivisitazione in stile contemporaneo aggiunge oggetti rivisitati nel tempo incollati oppure montati all’interno di ogni lavoro, come una vera micro incisione chirurgica.

Artist Roberto Scala