“Psyché” : oltre la materia!
Pietro Romano, 12–23 Aprile, “Psyché” da Gino Ramaglia a Napoli, Via Broggia, Napoli.
Curata e guidata da Domenico Di Caterino, da “Psyché” a “P’ietro Corpo&Anima”.
“Ammazzando Dio nella croce la carne di Cristo ammazzò la mia e risuscitando Dio Cristo, risuscitò me.
Ora, essendo questo vero, che io sono morto e sepolto, bisogna che in me non sia maggior vivezza di affetti e di appetiti che è in un uomo, il quale veramente e con effetto sia morto e sepolto.
Ed essendo parimente vero che io sono risuscitato e vivo, bisogna che in me vicino tutti quelli affetti e concetti che sono in uomo il qual veramente e con affetto sia risuscitato e viva.”
Juan De Valdes, “Le cento e dieci divine considerazioni”, Fratelli Bocca, editori Milani, 1944
P’INK
Torno a Forio d’Ischia, da uno dei pochi galleristi al mondo ad avere mandato sulla mia produzione materiale e i contenuti spirituali, simbolici, alchemici ed esoterici che mi direzionano e danzano intorno:
energie vive e vibranti, ponti tra vivi e morti, nel nome della verità che si è fuori dal tempo, la storia è presente e passata nel contempo con noi distratti e lontani dal mistero nella nostra essenza, tutto vive e convive dentro di noi, in quell’effimero tempio dal sapere archetipo simbolico che chiamiamo il nostro corpo.
— — — — — — — —
“Ahrimanica è la seduzione fine a se stessa, che si verifica quando un uomo o una donna eccitano apposta la tensione sessuale nell’altro per poi negargli i propri favori: duplicemente , perché eccede prima e difetta poi, Ahriman è lo stolti mestatore che intorbida la vita.”
Michele Moramarco, “Zorastrismo”, Bastogilibri, 2024
Mandato impegnativo, l’omelia di uno dei più grandi artisti della nostra generazione, P’ink (Pietro Romano, Torino 25 Aprile 1978 — Offlaga 17 Dicembre 2019) che ha espiato la colpa di vivere l’arte e comprenderne il valore simbolico:
portali simbolici sono i luoghi dove mostrerò la sua anima fatta pittura e di riflesso reliquia votiva, Gino Ramaglia (padre di Enzo e Marco) e la casa dei genitori di Salvatore Iacono divenuta portale connettivo pluridimensionale attraverso il linguaggio simbolico dell’arte, luoghi energetici che hanno memoria votiva, Genius loci, voci e storie che attraversano e investono, viverli e attraversali vuole dire ritualizzare, dialogare e conservare la memoria sta per pregare ed evocare.
In contatto con P’ink sono sempre stato, attraversiamo e ci connettiamo interfacciandoci negli stessi portali che valicano con il linguaggio simbolico dell’arte piani dimensionali.
Di questo ruolo sono stato investito dalla Dea Madre, generante l’universo di P’ink, con la quale sono entrato in contatto proprio da Salvatore Iacono durante la mia mostra nel nome di Sant’Agostino e “La vera religione”.
La Dea origine del suo universo, si muove per conservare e divulgare la sacra memoria simbolica di P’ink, tra Piemonte e Isola d’Ischia, dove a Forio opera Salvatore Iacono, e nel fare questo attraversa entità che non lavorano per veicolare la memoria di un artista che anteponeva al valore economico della sua ricerca, quello simbolico e spirituale nel nome dell’arte, conservare e divulgare il “P’ink memorial” è un’impresa di contrasto e resistenza ad energie Arimaniche, quelle incarnate dal Dio padre del suo universo, generante tormento materiale, che in questo momento confinano, osteggiano e omettono il valore simbolico, sacro e spirituale dell’arte nel nome della sua mercificante svalutazione.
Da Ramaglia due tele consunte, realizzate tra il 1998 e il 2000, vissute, reliquie della mia generazione che m’accompagneranno da Napoli a Forio.
“Psyché” sono materia, sangue, corpo che lascia muovere l’anima che l’ha abitato e liberando lo spirito arriva a Forio, dove a Forio la Dea originante, mi ha incontrato e fatto rincontrare P’Ink, con lei la mia ricerca tradotta in energia viva si è riconnessa con quella di P’ink nel nome di Sant’Agostino, l’arte è connettore dialettico tra vivi e morti, linguaggio che veicola, ci veicola e ci orienta da un altrove originario, con energie che sanno cosa dobbiamo fare per mandato karmico universale che ci posiziona e relaziona.
P’ink ha vissuto il nostro futuro, ha tatuato corpi che soffrivano con lui la sua origine e la sua squalifica spirituale, tatuava sacralmente quando il tatuaggio era esorcizzato: lo sapeva veicolo e volano simbolico alimentatore e integratore d’energie spirituali, ha visto dinanzi a sé muovere la famiglia in una direzione determinata dalla dominanza fallocratica, disgregante, distruttiva e generativa di tensioni e conflitti, rispondeva con la spiritualità, l’armonizzazione del vortice che lo circumnavigava e che ha sempre visualizzato con le energie che lo crescevano, muovendo il suo lavoro, disperdendole tra l’Emilia Romagna, il Piemonte, la Campania e in giro per il pianeta, come me, una vita silente e spiritualmente connettiva, determinante religione, spiritualità, vita, esistenza, resistenza, fede di senso nel mistero del senso da trovare.
La fede di P’ink è la mia, energie diverse quando si riaggregano attraverso portali generati da loro fuori dal tempo, determinano spiritualità comune vicino alla nostra essenza divina, portali e piani dimensionali che viaggiano oltre di noi, l’arte è seme originario che ci muove facendoci incontrare all’infinito.
P’ink non è morto in un incidente stradale, si è mosso verso un viaggio che ha visto, visualizzato e costruito, camminiamo insieme in un percorso di fede vera, che nulla ha a che vedere con ciò che di circense e carnascialesco, osceno e ameno, ci distrae da noi.
Pietro Romano, formalmente ci ha lasciato esanime sulla roggia di Offlaga il 17.12.2019, il P’ink Memorial muove per armonizzare la sua energia uscita dall’incubo del corpo e dai limiti della materia.
P’ink non è polvere conservata nell’urna di casa, è agonia terrestre in un corpo smarrito in una roggia lontano dai nostri incubi e tormenti, la sua luce c’è ed è nei suoi quadri che paiono nelle nostre navigazioni quotidiane, fari archetipali che ci indicano chiaramente che un altrove c’è.
PSYCHE e CORPO di Antonio Milanese (Comandante Polvere):
Nel Regno della necessità l’uomo compie il suo percorso mediante l’esercizio della crudeltà e della violenza.
La morte il momento dell’ uscire dal suo incubo, dell’ implosione di tutti i sensi, ma ciò nonostante la nostra “Psyché” non percepisce la nostra fine, la nostra “Psyché” non crede alla morte, nella cultura cristiana non c’è la tragedia ma speranza, pur attraversando situazioni tristi, dolorose, terribili.
Questo concetto cristiano nasce dalla osservazione sulla natura, dal tempo ciclico.
Con Cristo il tempo diventa una traiettoria e acquisisce il tempo infinito, un futuro positivo che auspica l’eternità dell’ essere e delle cose che non appaiono ma accadono in ogni nostra azione, in ogni istante della nostra vita.
Tutte le cose nascono, periscono e vanno nel nulla.
La morte è il momento dell’ uscire dal nostro incubo.”
POLVERE
Ph Vincenzo Zannini
Info: