Ecco la 60° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia curata da Adriano Pedrosa ha preso corpo.
Continuando a sentirci stranieri anche a noi stessi e al ruolo giocato dall’arte nei conflitti che non toccano solo l’identità d’individui, popoli e nazioni, siamo pronti a imbatterci in tutti quelli che affollano la Biennale di Venezia di Adriano Pedrosa, primo curatore latinoamericano e apertamente queer della Biennale. Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere e in tutte le lingue tradotte dalle sculture al neon del collettivo Claire Fontaine che costellano questa edizione all’Arsenale, tra le declinazioni e provocazioni possibili dell’altro siamo tutti estranei, emarginati, immigrati, espatriati, rifugiati, e strani come Maurizio Cattelan, palesate dell’ecologia naturale, sociale e culturale dei 332 artisti alla loro prima partecipazione. Con i suoi 30 Eventi Collaterali, i 90 Padiglioni Nazionali, tra quello della Santa Sede, le new entry come Benin, Etiopia, Timor Leste e Tanzania, e quelli chiusi come Israele.
Opere di grande effetto realizzate da artisti completamente sconosciuti al pubblico nazionale e internazionale il padiglione Italia che si trova all’arsenale unico artista Massimo Bartolini con un’enorme installazione di un punteggio in ferro e acciao
Testo di Roberto Scala