LUCE!
Il giubileo del 2025 è nato brandizzato:
L’autore del brand del giubileo è il Designer Simone Legno (vive e lavora tra Giappone, Roma e States) del marchio Tokidoki, noto per avere brandizzato vibratori ed avere posizioni culturali vicino al gay Pride di cui pare scomparsa traccia via social.
La brandizzazione ruota intorno a una bambina, lei come tutta la narrazione stile Manga “Made in Japan” (posso scrivere che la cultura dei fumetti manga è abiura se comparata alle arti visive maggiori?).
Il giornalista e scrittore Andrea Cionci sostiene che la bambina pellegrina “Luce”, sia ispirata a Greta Thunberg, nel nome di uno gnosticismo non cristiano.
La bambina pellegrina portatrice di luce con bastone, lux (luce) e ferre (portare), in ambito pagano la si potrebbe ricondurre a Venere visibile all’aurora, Ishtar per i Babilonesi; Astarte per i Fenici; Inanna per i Sumeri.
Nell’ambito dell’occultismo e dell’esoterismo, Lucifero sarebbe il detentore di una sapienza inaccessibile all’uomo comune.
Alcuni cromatismi paiono invece chiari, il cappuccio giallo e blu, non ci fa pensare alla bandiera dell’Ucraina?
Ha un rosario con croce d’ordinanza e tredici palline, il numero tredici nella Cabala ebraica indica spiriti maligni, associato anche con il montone che Abramo sacrificò a Dio invece del figlio Isacco, per estensione un numero di morte, per qualcuno il tredici starebbe anche per la tredicesima tribù d’Israele che farebbe capo ancora una volta all’Ucraina (ma questo mi pare pretestuoso).
Il bastone a forma di Y rimanda al bastone di Virgilio, al Serpente come strumento necessario per elevarsi coscienzialmente.
L’alchimia e l’esoterismo, non dimentichiamolo, sono all’origine del Cristianesimo, la loro condanna venne emessa dal papa Giovanni XXII con la bolla “Spondent pariter” del 1317 (per inciso lo stesso Papa era un alchimista e la bandì perché temeva potesse essere usata contro di lui).
La nostra “Luce” si muove con scarpe sporche di fango, metafora di quanto sia arduo un percorso di ricerca di senso in una società così complessa ma direzionata per target di riferimento.
Luce si muove con dei compagni di percorso:
– Un uccellino bianco di nome “aura”, con tre foglie di ulivo che porta con le zampette, una colomba che porta padre, figlio e spirito santo.
– Un angioletto chiamato “Iubi”, con ali e cappello alato come Hermes, sul cappellino ha una croce e un’ancora, vola ma sa d’essere in mare aperto ancorato al pianeta.
– Un cane bianco, “santino”, simbolo di fedeltà, lealtà e ubbidienza.
“Luce” ha negli occhi l’iride che pare un fiore con nove petali, ma pare anche una conchiglia che l’accosterebbe nuovamente a Venere-Lucifero, in alto nell’occhio compare un riflesso, un sole ovaloide o un disco volante.
“Luce” ha anche degli amici, “Friends” (Free-Ends sostiene lo scienziato Corrado Malanga):
“Fe” ha un giubbino rosso (fuoco), è un maschietto di colore, ha a sinistra un libro di fede.
“Xin” è una ragazza, ha giubbino verde(acqua) con orecchie e ha sinistra ha un orsetto, nella cultura tolteca l’orso indica coraggio (il coraggio dell’ascolto?).
“Sky” è una ragazza, ha destra una chitarra, giubbino colorato di blu (cielo) ed essenza creativa, in altre parole sono tre elementi che completano “Luce”.
La campagna di brandizzazione ridonda d’immagini, c’è un’immagine con Aura, Luce e Santino che guardano a sinistra (Luce e Santino con occhi chiusi), con dietro la Vergine Maria o Iside (sostiene Corrado Malanga), che ha riflessi negli occhi i nove petali di un fiore o conchiglia e una cometa con una stella a cinque punte, i cinque elementi metafisici dell’acqua, dell’aria, del fuoco, della terra e dello spirito.
Il simbolo del Tokidoki che fa capo al Designer Simone Legno?
Ricorda le anime pie del purgatorio?
A Napoli sono ancora oggetto di culto, ma non sono state considerate nemiche dei Santi?
Simbolismi complessi che sintetizzano memoria e storia di un pellegrino che siamo noi, che in eterno attraversiamo il tempo, la vera questione è dove stiamo andando, in che direzione sta andando lo Stato Vaticano?
Chi si sta adorando?
Chi pratica il simbolo sa che il simbolo non direziona nessun altro che non sia l’individuo, la sua scrittura va oltre ciò che presenta come dogma e ci direziona dove sappiamo e dove vogliamo, accomunandoci e distinguendoci tutti, la risposta e la soluzione dell’enigma è nel fedele e nel suo santino di riferimenti, cosi sia, Amon…, cioè Amen!