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Cornetto al cioccolato!

CagliariArtMagazine riparte da qui, da un blog connettivo, dopo numerosi attacchi Hacker, riparte da zero, a tal proposito cominciamo subito:

Cosa ho sognato ieri notte?

D’essere in giro a Cagliari con una mia seconda di quest’anno, con una studentessa che a un certo punto, m’offriva un cornetto al cioccolato, che accettavo e mangiavo.

Col tempo annotandomi i sogni, sto anche codificando gli archetipi, la studentessa in questione, è persona di grande fiducia e affidabilità, nel mondo onirico come in quello reale.

Non mangio cornetti al cioccolato, ma chiaramente il linguaggio dei sogni e fondato su archetipi collettivi da leggere in chiave simbolica:

Cosa vorrebbe dire il cornetto al cioccolato?

Affrontare problemi che richiederanno molto, assorbiranno l’attenzione e necessiteranno di parecchio controllo emotivo.

Altra interpretazione è l’esperienza di alcuni scontri nelle relazioni amorose o tra amici.

Devo rimanere calmo durante questo periodo per evitare grandi lotte e rotture.

Sognare di mangiare cornetto al cioccolato indica un ruolo fondamentale in un importante progetto imminente, necessita restare lucido anche nella foga del momento.

Serve analizzare attentamente ogni strana situazione che può presentarsi durante il giorno.

Non dimenticare di passare un tempo con la tua famiglia.

Non lasciarsi mettere sotto pressione da niente e nessuno.

P.S. CagliariArtMagazine come esisteva prima non esiste più, ora è un blog personale, che si prefigge d’indagare i significati simbolici, alchemici, esoterici e onirici dell’arte contemporanea.

mimmodicaterino@cagliariartmagazine.it

Dalla civiltà Nuragica alla Banana di Cattelan.

Dalla civiltà Nuragica
alla Banana di Cattelan.

Nell’ isola che non c’è dalla civiltà Nuragica alla Banana, il passo è breve. È mancata la crescita culturale per l’incapacità delle istituzioni di osservare e riflettere sul mondo dell’arte nella sua essenza quotidiana a causa del crollo della conoscenza, forse si considera che la natura dell’arte si è fatta incerta, o quanto meno ambigua, forse si può ricorrere alla Banana in mostra in ogni luogo istituzionale e di culto per creare un dibattito visivo su ” che cos’è l’arte nel contesto sociale”.

Comandanate Polvere

Sgarbi è “Accademia Nuragica!”

Sgarbi è “Accademia Nuragica!”

A Capoterra lo scorso 22 Dicembre, lo storico dell’arte Vittorio Sgarbi è stato ricevuto in pompa magna dall’amministrazione comunale di maggioranza, a suo tempo eletta in un ballottaggio con il 55% d’astensionismo e lo 0,1% di maggioranza sul 45% votante.
L’ evento natalizio era la presentazione del libro dello storico dell’arte Vittorio Sgarbi: uomo brand le cui cariche politiche nei decenni si sprecano e s’incrociano con il suo profilo di storico dell’arte, curatore, critico e autorevole (a tratti autoritario) opinionista mass mediatico.
A Capoterra, nella cornice della Parrocchia di Sant’Efisio ha presentato il suo libro “La Natività”.
Mai nutrito riserve riguardo la preparazione Storica del critico, storico, curatore e politico Vittorio Sgarbi: nel 2010, venni incaricato da un’associazione culturale di Sant’Antioco, tramite il cantautore Ignazio Pepicelli, di sostituirlo, lo fecero cittadino onorario con la speranza di porre all’attenzione nazionale gli artisti locali (come l’allora vivente Scultore Gianni Salidu), ma a fronte della cittadinanza onoraria, scoprirono che non si sarebbe pronunciato di volta in volta sugli artisti locali se non adeguatamente remunerato: uno Storico dell’arte che sa dare valore alle sue competenze,  nel nome di questo, l’opposizione attraverso la voce dell’ex Sindaco Francesco Dessì sostiene: “che quelle seimila euro potevano essere spese meglio!”.
Avendo pubblicato in passato qualche libro con piccole case editrici nazionali, so bene che contrattualmente la promozione del libro è da contratto,  la promozione privata di un libro non è un poco in conflitto d’interessi con la sua remunerazione?
Il tariffario dello Storico dell’arte è cosa ben nota, i suoi spazi di promozione mass mediatici  immensi e sconfinati, promozione di un libro autorevole di un lavoro molto ben distribuito a livello nazionale.
In termini di stile politico non mi pare il massimo riceverlo in costume tradizionale, con seimila euro  si sarebbe potuto ricordare Primo Pantoli, che a Capoterra parrebbe non essere mai passato…
Mi viene in mente il mio tariffario per il tanto vituperato progetto “Accademia Nuragica”, seimila euro complessive non le ho intascate per il progetto della prima edizione di “Martirio Plastico” (quattrocento euro), per la prima edizione di “Accademia Nuragica” (1200 euro per progetto e realizzazione collettiva con gli artisti residenti) e per la seconda edizione (dove ho progettato l’impianto d’insieme delle sculture, anche in questo caso 1200 euro progetti e realizzazione), facendomi i conti in tasca guadagnai (in perdita visti i costi di lavorazione, una settimana dopo l’altro dovevo ricomprarmi l’attrezzatura), 3000 euro in tre anni (la metà di quanto intascato da Sgarbi per promuovere il suo libro).
Scrivo e ricordo questo non per criticare l’attuale maggioranza e neanche per sostenere la minoranza, la povertà di contenuti artistici di maggioranza e opposizione si qualifica da sola in un territorio dove l’arte o è passatempo mass mediatico o socialismo popolare folk, non pervenuta la terza via, quella della dimensione processuale e progettuale di una comunità che utilizzi l’arte contemporanea come strumento di studio e indagine d’elevazione coscienziale collettiva, dando valore simbolico e poi economico a quello che si processa come bene comune, con quel territorio ho reciso il legame (privato e pubblico), ma questo non vieta a distanza di coltivare la memoria (almeno la mia).

LUCE!

LUCE!

Il giubileo del 2025 è nato brandizzato:

L’autore del brand del giubileo è il Designer Simone Legno (vive e lavora tra Giappone, Roma e States) del marchio Tokidoki, noto per avere brandizzato vibratori ed avere posizioni culturali vicino al gay Pride di cui pare scomparsa traccia via social.

La brandizzazione ruota intorno a una bambina, lei come tutta la narrazione stile Manga “Made in Japan” (posso scrivere che la cultura dei fumetti manga è abiura se comparata alle arti visive maggiori?).

Il giornalista e scrittore Andrea Cionci sostiene che la bambina pellegrina “Luce”, sia ispirata a Greta Thunberg, nel nome di uno gnosticismo non cristiano.

La bambina pellegrina portatrice di luce con bastone, lux (luce) e ferre (portare), in ambito pagano la si potrebbe ricondurre a Venere visibile all’aurora, Ishtar per i Babilonesi; Astarte per i Fenici; Inanna per i Sumeri.

Nell’ambito dell’occultismo e dell’esoterismo, Lucifero sarebbe il detentore di una sapienza inaccessibile all’uomo comune.

Alcuni cromatismi paiono invece chiari, il cappuccio giallo e blu, non ci fa pensare alla bandiera dell’Ucraina?

Ha un rosario con croce d’ordinanza e tredici palline, il numero tredici nella Cabala ebraica indica spiriti maligni, associato anche con il montone che Abramo sacrificò a Dio invece del figlio Isacco, per estensione un numero di morte, per qualcuno il tredici starebbe anche per la tredicesima tribù d’Israele che farebbe capo ancora una volta all’Ucraina (ma questo mi pare pretestuoso).

Il bastone a forma di Y rimanda al bastone di Virgilio, al Serpente come strumento necessario per elevarsi coscienzialmente.

L’alchimia e l’esoterismo, non dimentichiamolo, sono all’origine del Cristianesimo, la loro condanna venne emessa dal papa Giovanni XXII con la bolla “Spondent pariter” del 1317 (per inciso lo stesso Papa era un alchimista e la bandì perché temeva potesse essere usata contro di lui).

La nostra “Luce” si muove con scarpe sporche di fango, metafora di quanto sia arduo un percorso di ricerca di senso in una società così complessa ma direzionata per target di riferimento.

Luce si muove con dei compagni di percorso:

– Un uccellino bianco di nome “aura”, con tre foglie di ulivo che porta con le zampette, una colomba che porta padre, figlio e spirito santo.

– Un angioletto chiamato “Iubi”, con ali e cappello alato come Hermes, sul cappellino ha una croce e un’ancora, vola ma sa d’essere in mare aperto ancorato al pianeta.

– Un cane bianco, “santino”, simbolo di fedeltà, lealtà e ubbidienza.

“Luce” ha negli occhi l’iride che pare un fiore con nove petali, ma pare anche una conchiglia che l’accosterebbe nuovamente a Venere-Lucifero, in alto nell’occhio compare un riflesso, un sole ovaloide o un disco volante.

“Luce” ha anche degli amici, “Friends” (Free-Ends sostiene lo scienziato Corrado Malanga):

“Fe” ha un giubbino rosso (fuoco), è un maschietto di colore, ha a sinistra un libro di fede.

“Xin” è una ragazza, ha giubbino verde(acqua) con orecchie e ha sinistra ha un orsetto, nella cultura tolteca l’orso indica coraggio (il coraggio dell’ascolto?).

 “Sky” è una ragazza, ha destra una chitarra, giubbino colorato di blu (cielo) ed essenza creativa, in altre parole sono tre elementi che completano “Luce”.

La campagna di brandizzazione ridonda d’immagini, c’è un’immagine con Aura, Luce e Santino che guardano a sinistra (Luce e Santino con occhi chiusi), con dietro la Vergine Maria o Iside (sostiene Corrado Malanga), che ha riflessi negli occhi i nove petali di un fiore o conchiglia e una cometa con una stella a cinque punte, i cinque elementi metafisici dell’acqua, dell’aria, del fuoco, della terra e dello spirito. 

Il simbolo del Tokidoki che fa capo al Designer Simone Legno?

Ricorda le anime pie del purgatorio? 

A Napoli sono ancora oggetto di culto, ma non sono state considerate nemiche dei Santi?

Simbolismi complessi che sintetizzano memoria e storia di un pellegrino che siamo noi, che in eterno attraversiamo il tempo, la vera questione è dove stiamo andando, in che direzione sta andando lo Stato Vaticano? 

Chi si sta adorando? 

Chi pratica il simbolo sa che il simbolo non direziona nessun altro che non sia l’individuo, la sua scrittura va oltre ciò che presenta come dogma e ci direziona dove sappiamo e dove vogliamo, accomunandoci e distinguendoci tutti, la risposta e la soluzione dell’enigma è nel fedele e nel suo santino di riferimenti, cosi sia, Amon…, cioè Amen!

Marcello Maloberti al PAC di Milano solo show

Il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea presenta METAL PANIC, la più ampia e completa esposizione mai dedicata all’opera di Marcello Maloberti: una dichiarazione d’amore alla città di Milano che fin dagli esordi ha accompagnato l’artista nella costruzione della sua pratica.

Installazioni, video art , performance e assemblare tutto da scoprire.

Mostra curata da Diego Sileo

Photo by Roberto Scala

 

Maurizio Cattelan commedian banana da 6,2 milioni di dollari

Il grande artista italiano Padovano Maurizio Cattelan, la sua opera banana con nastro adesivo argentato è stata battuta per soli 6,2 milioni di dollari Chi sostiene che coloro che hanno comprato la banana di Maurizio Cattelan 3 esemplari venduti a 120mila dollari l’uno), scocciata con del nastro argentato al muro dello stand della galleria Perrotin alla fiera di Art Basel Miami Beach negli States, si sentono stupidi, non ha capito assolutamente nulla dell’arte. Questi collezionisti hanno in realtà fatto, a mio avviso, il più grande affare della loro vita comprando un’opera il cui valore è destinato solo a salire, visto che in giro per il mondo non si parla di altro. Cattelan, non dimenticare “Il Dito” posto davanti alla sede della Borsa di Milano, è riuscito lì dove, nell’immediato delle loro creazioni, avevano fallito artisti come Duchamp e Manzoni. anche se Marcel Duchamp, che è stato l’inventore del ready.made, credo abbia mai intascato così tanto con una sua idea.

Anche se sappiamo bene che del suo lavoro non era la parte economica quella alla quale era più interessato, per guadagnare qualche spicciolo ha dovuto aspettare il 1964, quando, in occasione del cinquantesimo anniversario del primo ready.made, in collaborazione con il suo gallerista, decise di realizzare un’edizione numerata e firmata dei suoi 14 più ready-made più rappresentativi.

Cosa dire di Maurizio Cattelan che realizza sempre opere sublime di eccellenza bellezza.

Photo by Roberto Scala artist strong

Michelangelo Pistoletto x la formula della creazione a Milano 17/11/2024

Michelangelo Pistoletto

Le Cattedre della Creazione: arte, creazione e pace preventiva
Domenica 17 novembre 2024 | H 11:00
Sala conferenze dell’Assessorato alla Cultura del Comune di  Milano
Piazza del Duomo 14

INTERVENTI
Elio Franzini (Università degli Studi di Milano)
Michelangelo Pistoletto (Accademia Unidee – Cittadellarte)
Francesco Monico (Accademia Unidee – Cittadellarte)

LIBRO PRESENTATO
Michelangelo Pistoletto, La Formula della Creazione, Cittadellarte, Biella 2022

Photo by Roberto Scala artist