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Cornetto al cioccolato!

CagliariArtMagazine riparte da qui, da un blog connettivo, dopo numerosi attacchi Hacker, riparte da zero, a tal proposito cominciamo subito:

Cosa ho sognato ieri notte?

D’essere in giro a Cagliari con una mia seconda di quest’anno, con una studentessa che a un certo punto, m’offriva un cornetto al cioccolato, che accettavo e mangiavo.

Col tempo annotandomi i sogni, sto anche codificando gli archetipi, la studentessa in questione, è persona di grande fiducia e affidabilità, nel mondo onirico come in quello reale.

Non mangio cornetti al cioccolato, ma chiaramente il linguaggio dei sogni e fondato su archetipi collettivi da leggere in chiave simbolica:

Cosa vorrebbe dire il cornetto al cioccolato?

Affrontare problemi che richiederanno molto, assorbiranno l’attenzione e necessiteranno di parecchio controllo emotivo.

Altra interpretazione è l’esperienza di alcuni scontri nelle relazioni amorose o tra amici.

Devo rimanere calmo durante questo periodo per evitare grandi lotte e rotture.

Sognare di mangiare cornetto al cioccolato indica un ruolo fondamentale in un importante progetto imminente, necessita restare lucido anche nella foga del momento.

Serve analizzare attentamente ogni strana situazione che può presentarsi durante il giorno.

Non dimenticare di passare un tempo con la tua famiglia.

Non lasciarsi mettere sotto pressione da niente e nessuno.

P.S. CagliariArtMagazine come esisteva prima non esiste più, ora è un blog personale, che si prefigge d’indagare i significati simbolici, alchemici, esoterici e onirici dell’arte contemporanea.

mimmodicaterino@cagliariartmagazine.it

Mimmo Di Caterino IL NOMADE DELL’ ARTE.

Mimmo Di Caterino
IL NOMADE DELL’ ARTE.

https://mimmodicaterino.medium.com/il-miracolo-della-fede-nellarte-8456d0dcf5d5

Il nomadismo nell’arte è utile esercizio stimolante per la mente, è continua conoscenza del valore dell’ uomo, della sua presenza in tempi passati e nuovi.
La conoscenza diventa materia primaria per orientarsi in sentieri espressivi dell’ immaginazione fin dalla nascita.

La conoscenza è  bisogno per creare una barriera alla mania ossessiva verso il progresso tecnologico.
Il nomadismo nell’ arte è  viaggio tonificante avventuroso: la cosa migliore è camminare.
Elon Musk il capitalista nazibioteck si schianterà come Icaro, perché sta scavalcando i procedimenti razionali dell’ apprendere i mestieri del passato delle attività umane.
Le immagini del passato sono una consolazione per la mente e per lo spirito,
L’opera sacra ha la sua utile funzione , è dodata di sentimenti delicatissimi, crea un sistema morale.

L’arte sacra è un angelo custode che puntella le macerie della vita, per curare la solitudine.

L’icona della cappella dell’ Immacolata è una rappresentazione cognitiva che memorizza un fenomeno avvenuto e rivela all’artista che l’ha  realizzata più di quanto egli vorrebbe mai rivelare

Nel mercato dell’arte l’oggetto sacro tramuta il collezionista d’affari in ingenuo credente incapace di distinguere il bene dal male.

Polvere

Arte urbana tra Napoli e Firenze!

“Il nostro sistema scolastico si basa sull’accumulo di nozioni, ma in realtà maggiore è la quantità di dati che raccogliamo, maggiore è la confusione che ci avvolge, e inoltre perdiamo di vista la saggezza innata in ciascuno di noi.

Impariamo quindi a chiedere la verità, a bussare alla porta del nostro essere: questo è ciò che viene conosciuto come intuito, creatività, visione o profezia.

Per questo motivo il saggio si focalizza su colui che vede anziché sulla scena osservata. Il veggente è il sé non locale.”

Deepak Chopra, “Le coincidenze”,Sperling e Kupfer, 2008

 

Firenze ha una sua forza e specificità nella promozione della street art, che a nel tessuto urbano a cielo aperto dialoga con la culla del Rinascimento origine del ruolo sociale, intellettuale e culturale dell’artista e delle arti maggiori.

Sono numerosissime le gallerie e gli studi d’artista che promuovono il linguaggio di genere, legittimando la strada come galleria e da galleria ne incarnano la rappresentazione in una modalità d’intermediazione alta e di mercato il genere.

La più interessante che ho visitato è la Street Levels Gallery, di Gianluca Milli, in Via Palazzolo 74 AR e in Via Melegnano 4R, che tratta artisti molto presenti nel tessuto e nella topografia urbana della città come Ache 77, Exit Enter, Kraita 317, James Vega, Miles, Nian e Taleggio (solo per fare qualche nome, il pacchetto artisti è molto ampio e lo trovate al link https://www.streetlevelsgallery.com/).

 

Vivacità culturale nell’ambito dell’arte urbana che Napoli in questo momento non ha (almeno in relazione al settore di genere, eppure storicamente Napoli è stata leader e traino di settore) tradotta in mercato e collezionismo educato a seguire e inseguire l’artista a cielo aperto in ambito urbano, nell’area Napoletana cosa avviene?

Gallerie che promuovano l’arte urbana a cielo aperto totalmente assenti in area metropolitana non pervenute, l’unica di settore è la Street Art Gallery di Salvatore Iacono ma è a Forio d’Ischia, si colloca però sulla sponda opposta dell’intermediazione, quella della processualità diretta.

Da Salvatore Iacono l’artista entra in un domicilio urbanizzato, si relaziona direttamente allo spazio come fosse in strada e quando interviene in altre modalità  lo fa in maniera sacrale, operando in un tempio spirituale del linguaggio che si eleva su tutto in maniera cruda e pura, la galleria è in Via Costantino 28 a Forio d’Ischia.

 

 

A Napoli di grande interesse sul tema c’è soltanto la programmazione del Foyer del Teatro Bellini, ricognizione di quanto avviene in area Napoletana e tentativo di sistematizzarlo, in Via Conte di Ruvo 14, che propone dal 25 Gennaio al 9 Febbraio “Luma, Monster Pop” di Luigi Massa, i Luma sono mostri che incarnano le sue paure e ansie, escono dal Vesuvio e vivono tra noi e si propongono come fautori dell’amore, sento la loro voce (“amò tutt’a posto?”, “Frate carnale me daje rojé euro?”), Luigi le empatizza, tramutando il mostro in qualcosa di benevolo, in fondo a Napoli lo facciamo tutti, le paure e i mostri sono energie che vivono e convivono con noi, bene armonizzarle, Luigi Massa è classe 1985 ed un Graphic designer.

La questione che pongo è:

Perché a Napoli non c’è un privato, un gallerista come Gianluca Milli a Firenze o come Salvatore Iacono a Forio (collocato in modalità diametralmente opposta ma dialettica) che a suo modo investa su quello che strada e urbanizzazione determinano nel panorama dell’arte e della cultura?

Possibile che a Napoli tutto si sia fermato a una lettura e una interpretazione della street art in chiave moralista di propaganda al servizio dell’ideologia politica o del turismo da cartolina di massa?

Chiaro che questo non sarebbe mercato dell’arte, ma neanche didattica e dialettica, ma assistenzialismo fine a se stesso e all’ordinare e omologare lo sguardo di chi tenta di scindere tra ciò che è arte e ciò che non lo è!

L’arte è donna!

“Di solito vediamo solo rapporti di causa effetto (questo ha provocato quest’altro, che a sua volte è all’origine di questo e questo).

Ma sotto la superficie sta succedendo qualcosa altro, seppure invisibile ai nostri occhi, c’è una complessa rete di connessioni.”

Deepak Chopra, “Le coincidenze”,Sperling e Kupfer, 2008

 

Di tanto in tanto mi muovo verso Firenze, questione di ricerche artistiche che seguo e quando posso propongo, chiaramente noto le differenze d’impostazione di presentazione e divulgazione delle processualità dell’arte contemporanea ed anche come le si ponga in dialogo con il passato.

Il caso mi ha portato nelle mie sciolte rotte di movimento, alla “Contemporary Art Gallery for Women”, Borgo S.Frediano 131r, modello di galleria d’arte contemporanea al femminile che programmaticamente recita sul suo profilo social:

“Sosteniamo la Cultura e le Città Vive!
Le città rischiano di perdere la loro anima, trasformandosi in una semplice vetrina di ristoranti e bar, con poco spazio per le persone e la cultura.
A Female Arts in Florence crediamo che l’arte e la creatività siano il cuore pulsante della comunità, essenziali per mantenere vive le nostre città e il loro patrimonio sociale.”
Mostra in programma “Kimono d’artista”, dal 30 Novembre al 28 Febbraio, una connessione tra processualità creativa e artigianato, i Kimoni esposti sono frutto di una relazione e cooperazione tra artiste e artigiane facenti capo alla galleria intermediate dall’esperienza professionale di Giovanna Cocci (upcycling designer), opere d’arte indomabili che costituiscono un vero manifesto programmatico della galleria.
Arte moda e sensibilità al femminile, le artiste che hanno lavorato sul Kimono d’Artista sono Elena Santoni, Giulia Lepori, Laura Martelli, Serena Buzzi, Ute Panella e Vittoria Colonna.
Artiste presenti anche in galleria con la loro ricerca, a segnare come il linguaggio dell’arte porti a connessioni e direzioni che da processo di ricerca sanno tradursi in progetto colletti e connettivo.
Il concept della galleria è estremamente intrigante e deduttivo, uno spazio che processa, visualizza e determina la creatività al femminile, restituendo l’arte alla sua origine creativa ed educativa, non c’è uomo artista che non possa fare a meno della sua parte creativa femminile e che non sia stato educato in termini di sensibilità creativa da una donna all’arte:
non riesco a pensare a un’educazione all’arte che non passi per una sensibilità e coscienziosità femminile, dato di fatto che il maschile nell’arte non riesce a smuoversi da tecniche e consuetudini, ma è altresì vero che un arte completamente al femminile e priva d’interazione dialettica possa rischiare d’impantanarsi in quell’odioso tecnicismo maschile che rende l’arte professione e tecnica, riuscirà questo spazio espositivo ad eludere il limite del “ben fatto” nel nome del confinamento di genere?
Al momento si prende atto di un coraggio di definizione processuale e progettuale che restituisce alla donna ciò che è sempre stato suo, e che in suo nome ha costruito e determinato artisti immensi (cosa sarebbe stato Pablo Picasso senza il suo amore per la donna o Diego Rivera senza Frida Khalo?).
Personalmente, quando mi si rappresentano arte al maschile o al femminile, mi vengono in mente Leonardo con la Gioconda, Marcel Duchamp con Rose Selavy o Antonio Ligabue vestito da sposa, trovo lodevole e di grande qualità il progetto della Art Gallery For Women, ma la questione che pongo è: quanta arte in corpi ed identità maschili, sa essere per la donna?

Capodimonte, realtà Reale!

“E’ il poeta che cerca e interroga ogni lato oscuro della natura; è lui che parla alle stelle tremolanti di raggi nelle notti estive; è lui che ascolta il ritmo del mare, quasi fosse il metro per cui il suo verso scandisce; è il poeta che conosce la virtù dei semplici, è lui che scoverte certe leggi naturali, ignote a tutti; è il poeta civile che uccide le bestie, fa rasciugare le paludi e fa sorgere a quel posto palagi e giardini; è il poeta che insegna ai giovani giuochi dove il corpo si fortifica e l’anima si serena; è lui, sublime fantastico, che stabilisce l’augurio della buona o della mala ventura; è lui che come calamita fortissima attrae a sé l’amore, l’ossequio, il rispetto; è Virgilio poeta.

E nulla si sa della sua morte.

Come Parthenope, la donna, egli scompare.

Il poeta non muore.”

Matilde Serao, “Leggende Napoletane”, Colonnese, 2024

Il Museo di Capodimonte è eccellenza planetaria, poco da discutere, opere della sua collezione viaggiano e tornano a casa per chi ha la sfortuna di non vivere a Napoli, altre arrivano a dialogare con la collezione a tempo determinato, questo è il caso de “Les demoseilles de bourds de la Seine” di Gustave Courbet,a Capodimonte dal dal Petit Palais, Musée des Beaux-Arts de la Ville de Paris, dal 7 Novembre è esposta per essere fruibile fino al 23 Febbraio del 2025.

Il dipinto venne esposto la prima volta nel Salon Parigno del 1857 determinando scandalo, contribuendo a determinare quel filone Accademico di marketing, che nel nome della provocazione alimenta e implementa il valore di un mercato dell’opera.

Motivo dello scandalo era porre l’attenzione sulla quotidianità, cosa che oggi fanno tutti via social network e media integrati, pensateci quando vi scandalizzate o demonizzate certi post, stati o fotografie di amici o amiche cha fanno ciò che vorreste fare o vivere voi, pongono in essere quel processo di comunicazione e provocazione insito nell’ordinario quotidiano, che l’antiaccademico Courbet determinava a metà Ottocento e che ora è entrato con forza a volgarizzare e imbruttire le nostre vite, lavorando per definire il Sé attraverso la squalifica di ciò che non si integra finendolo per legittimarlo e istituzionalizzarlo.

L’opera creò scandalo perché in una giornata estiva, le due ragazze giacevano in riva al fiume, atmosfera calda e pelle sudata alimentavano pulsioni erotiche, arrivando a identificare le due giovani come prostitute nel nome del loro essere indolentemente adagiate sull’erba con pigrizia.

 

In esposizione temporanea al Museo di Capodimonte anche il lavoro di Gaia Fugazza, artista milanese, classe 1985 che vive e lavora a Londra, “Sete” titola il suo intervento espositivo che conclude una sua residenza d’artista presso l’istituto ad indirizzo raro “Giovanni Caselli”: la ricerca si muove tra mito e inconscio mitopoietico, focalizzando un tempo della storia dove le creature del cielo e quelle degli abissi erano unite nel nome dell’evoluzione, muovendosi intorno al fulcro del corpo femminile precipitato in relazione osmotica con la natura, l’intervento inaugurato il 31 GENNAIO  sarà fruibile fino al 18 MARZO 2025.

Per bilanciare la relazione tra ospitante ed ospitati, invito a soffermarvi su due lavori: uno è l’autoritratto di Sofonisba Anguissola (Cremona 1531-Palermo 1626), “Autoritratto alla spinetta” 1555, l’altro è di Elisabetta Sirani (Bologna 1638-1665), “Timoclea precipita nel pozzo il capitano Alessandro Magno” del 1659, così ci ricordiamo che l’arte è sempre stata donna, il termine Artista ha una declinazione femminile perché senza sensibilità e creatività al femminile, senza elevazione coscienziale che passa per la connessione sincretica tra parte destra e sinistra del cervello, l’arte rischia d’essere relegata a processo “tecnico”, nel nome del quale si è servi mai funzionali a un elevazione del Sé di cui possano fruire spiritualmente gli altri.

 

Patrizio Di Massimo solo show da Giò Marconi

Presso lo spazio di Giò Marconi si è inaugurata la prima personale di Patrizio di Massimo dal titolo
Amici, Nemici, Letti e Mariti
Per Patrizio di Massimo la pittura – urgenza e ossessione – costituisce lo strumento analitico per eccellenza grazie al quale esplorare tutti gli stati emotivi e psicologici dell’esistenza umana. Pittore autodidatta e profondo conoscitore dei grandi maestri del passato, di Massimo fonde nella sua pratica iconografia classica e cultura visuale contemporanea, riesaminando passato e presente attraverso la propria sensibilità e il proprio sistema affettivo. La sua pittura si concentra su soggetti dalle sembianze di persone a lui care e spesso provenienti dal mondo dell’arte – come artisti, collezionisti o curatori; questi gli permettono di identificarsi di volta in volta in ruoli e personaggi diversi, indagando la storia dell’arte e i temi contemporanei relativi all’identità, all’auto-determinazione, alla mascolinità.

Dipinti fatti con una astuzia e professionalità dell’artista.

31 gennaio – 8 marzo, 2025
martedì-sabato; 11-18
Gió Marconi, Via Tadino 15, Milano

Photo by Roberto Scala

Sugar Free group show Art Gallery Giovanni Bonelli Milano

Si è inaugurata giovedì 30 gennaio 2025 la mostra collettiva

Sugar Free” con opere di Andrej AuchChiara Calore, Chiara Peruch, Eric Pasino e Rachele Frison. In programma dal 30 gennaio al 1° marzo 2025, la mostra riunisce diverse voci della pittura contemporanea, esplorando i temi del mito, dell’identità, della memoria culturale e dei confini dell’immaginazione. Il titolo, Sugar Free, suggerisce un’esplorazione spoglia e cruda delle verità artistiche, disadorna ma profondamente evocativa. Tutto si intreccia nella metafora della natura surreale, un realismo onirico ed esoterico 

Il titolo della mostra, Sugar Free, sottolinea l’autenticità e la crudezza dell’espressione artistica. Queste opere rifuggono dalla dolcezza superficiale, addentrandosi invece nelle profondità dell’esperienza umana, della memoria collettiva, dell’ignoto e dell’assurdo.

Photo by Roberto Scala

Roberto Scala artist in Deepseek

Roberto Scala italian artist

Roberto Scala is an Italian artist known for his work in the field of contemporary art. He is particularly recognized for his innovative use of materials and techniques, often blending traditional methods with modern technology. Scala’s work spans various mediums, including painting, sculpture, and digital art, and he is celebrated for his ability to create pieces that are both visually striking and conceptually profound.

Scala’s art often explores themes related to human existence, technology, and the intersection of the natural and artificial worlds. His pieces frequently incorporate elements of surrealism and abstraction, inviting viewers to engage in a deeper contemplation of the subjects he portrays.

Throughout his career, Roberto Scala has exhibited his work in numerous galleries and art fairs, both in Italy and internationally. His contributions to the art world have earned him a reputation as a forward-thinking and influential artist in the contemporary art scene.

Aaaaaaaaa arts

Roberto Scala sold in New York City Tò Berry Campbell Gallery

Roberto Scala  Group Exhibition x postcard for the edge  tò Art Gallery  Berry Campbell in 524 W 26th street start january 24 – 26 , 2025

Ma art work its sold in alfer hours very good week done .

  • Berry Campbell Gallery
    524 W 26th Street
    January 24-26, 2025

    • Online Sale: Opens at 10am EST on Saturday, January 25 at postcards.visualaids.org.
    • Gallery Hours: Berry Campbell Gallery (524 W 26th Street) will be open on Saturday 1/25 from 12–5pm and Sunday 1/26 12–4pm for in-person shopping and order pickup.
    • ONLINE SALE:
      Opens Saturday, Jan 25, 10am EST

    • postcards.visualaids.org

    • Photo by Project

Claudio Cerritelli parla di Roberto Scala artista

Ecco Roberto Scala è un artista che sperimenta pittura, scultura e installazione in una forma d’arte concettuale . Da parecchi anni fa parte del movimento artistico della arte postale ma anche Mail Art è una pratica artistica che enfatizza lo scambio diretto e non commerciale tra artisti, e spesso prevede la creazione di piccole opere come collage, timbri, cartoline, francobolli artistici o disegni inviati per posta. Scala, attraverso questa modalità, si inserisce in una rete globale di artisti, ponendo l’accento sulla comunicazione, sul contatto personale e sulla decentralizzazione del processo estetico e artistico.

Né suoi ultimi lavori che ricicla qualsiasi oggetto che si possa incollare cucire attaccare da formare così un’opera polimaterica.

Bozza
Breve testo critico scritto da Claudio Cerritelli

Luca Beatrice scrive di Roberto Scala

Il lavoro dell’artista Roberto Scala segue un percosso asettico che si può definire molto Pop poco narcisista.
Cerca sempre di sperimenta nuovi materiali, supporti, forme e immagini.      I suoi ritagli di giornale, di riviste, di manifesti o poster che strappa, piega e incolla in modo confuso ma energico, su cartoni o tele, aggiungendo macchie e spruzzi di colore, fa riflettere ma anche pensare al presente come al passato in una dimensione astrale.

Testo inedito mai pubblicato di Luca Beatrice